Dopo ormai 2 anni, sono ritornato per un mesetto nel mondo Anime. Ormai erano due mesetti circa che “Dr. stone” circolava all’interno della mia lista delle serie da guardare e, a fine gennaio, ho deciso di mettermi lì e guardarlo. Oggi è passato un mese esatto da quando ho iniziato a guardarlo e, in sto lasso di tempo, ho fatto fuori tutte e 3 le stagioni e mi sono letto i capitoli del manga che non sono ancora disponibili in versione anime.

QUA SOTTO NON CI SONO SPOILER

Tutto sommato mi è piaciuto, alcune cose deboli e altre letteramente assurde (d’altronde tutta la serie si basa sull’assurdo), ma per il resto devo ammettere che mi sono divertito, tornando per un attimo il me di 8 anni fa che passava le giornate a ingozzarsi di anime e manga.

Una cosa però la voglio dire…. Giapponesi cari, AVETE ROTTO IL CAZZO DI DISEGNARE TAVOLE A SECONDA DELLE POSE EROTICE E SUCCINTE DEI PERSONAGGI FEMMINILI.


A inizio febbraio sono andato a vedere “Il giardino delle Vergini suicidie”, in lingua originale e sottotitolato in italiano, al cinema/teatro gestito dal Circolo ARCI della provincia e, prendendo al palla al balzo, ho deciso di fare anche la tessera ARCI.


leggendo il blog di cedmax ho recuperato questo Toot che in questo periodo sento vicino a me (a dire il vero tutto il profilo di @m2m sento molto vicino a me e non nascondo che alcune cose che scrive me le salvo in locale insieme ai miei piani per i prossimi anni).


A inizio gennaio mi è comparaso in testa il pensiero di sedermi sulla sedie e rifare nuovamente il mio sito (che, per il momento, è questo). Ormai sono due mesi che ho sti pensieri che mi assillano e, in particolare, su che linguaggio di programmazione usare:

  • rimanere fedele alla linea only HTML/CSS e restare su Hugo
  • Usare la combo Hugo/TailwindCSS
  • Ritornare su Astro.js (l’unico framework JS che mi piace)
  • Provare a buttarmi su Eleventy
  • Dato che ormai sono 6 mesi che lo utilizzo 8 ore al giorno per lavoro, farlo con Laravel

e, dopo settimane di test, non ho fatto granchè. Una parte di me mi sta urlando: “Il sito che hai ora va bene!! Non distruggerti il cervello con sta stronzata!”, anche perchè mi conosco. Sono un perfezionista che cerca sempre di spingersi oltre, posso passare 3 settimane a rifare completamente il mio sito e, tra 3 mesi, essere di nuovo punto a capo perché “quello così no”, “proviamo a farlo con un altro framework”, “JS merda torniamo su Hugo”, “Però Laravel alla fine è comodo”, “Astro alla fine era la scelta migliore”, “perchè non provo a scrive il mio sito web in un programma in C che intanto mi prepara anche un kebab”.

E niente, ora sono qua che cerco di capire come fare, l’unica cosa certa e che devo mettermi lì a risolvere sto tarlo che sta cominciando ad essere un pò troppo invasivo.


Se siete di passaggio per Cuneo, è ora di pranzo ed avete voglia di un kebab ecco un immagine dei migliori kebabbari di Cuneo, aggiornata a dicembre 2024.

(Da come potete intuire qua non ci sono chissà quante cose da fare e ogni tanto, per passare il tempo, ci buttiamo su ste stronzate)


Stanno uscendo le date dei concerti che ci sono quest’estate in Piemonte ed io sono in crisi perché voglio andare a troppi concerti.

Sto cercando di fare una minima selezione (anche perché i soldi servono e non posso farmi fuori 2 stipendi solo in concerti), sperando di resistere alle tentazioni che stanno uscendo.

Ma è davvero dura.


Per il momento sono obbligato a mettere in pausa la mia evoluzione da ““minimalista etico digitale”” (passatemi il termine, danke).

Il motivo, alcune robe che vorrei davvero cancellare mi servono a lavoro e non posso starne senza, questo mi fa rodere il culo però sto lavorando ad un modo per dividere “le tossine da espellere” dal resto del mio ambiente.


Ultimamente sono in fissa con MILANO POSTO DI MERDA dei GIALLORENZO, in particolare con questa canzone


In generale, devo un attimo riprendere il controllo della mi vita. Con il cambio improvviso di lavoro la mia vita ha avuto uno scossone non indifferente e per un periodo mi sono sentito in preda della corrente, dove non avevo nessun’altra possibilità che farmi trascinare chissà dove.

Ora sempre che si stia calmando, probabilmente è il tempo di aggrapparmi da qualche parte e cominciare a rimettermi in sesto.

Probabilmente devo segnarmi da qualche parte quello che il mio collega mi scrive ogni tanto a lavoro:

Fai poi pause ogni tanto

Collega caro, mi sa che hai ragione.